Non è una priorità


“Non è una priorità”. La reazione di Virginia Raggi alla proposta di Nicola Zingaretti – pronto a volare a Londra per caldeggiare Roma come nuova sede della European Medicines Agency (EMA) – è però da confermare. L’estate è una stagione ufficiosa, come le dichiarazioni rilasciate sotto gli ombrelloni, le voci sui trasferimenti dei fuoriclasse del calcio eternamente attesi e raramente confermati, gli annunci della imminente ripresa che arriverà – c’è da esserne certi – il prossimo autunno.
Non è una priorità – lo sbarco dell’EMA a Roma – nonostante il farmaceutico sia un comparto industriale sempre più presente nella Regione: 22mila addetti, 300 imprese e 8 miliardi di euro di esportazioni. Il primato del Lazio è sorprendente solo per chi non ha mai attraversato l’agro tra Pomezia e Frosinone: c’è chi ha la Silicon valley e chi una sorta di pills lowland, pianura di pillole, capsule e compresse. Non è un caso che tra i due contendenti – Roma e Milano – si sia inserito pure il sindaco di Latina che ha raccomandato il supporto dei colleghi di Aprilia e Cisterna: tutti più tranquilli, poi, nell’apprendere l’appoggio garantito dal primo cittadino di Sermoneta. EMA a Roma vorrebbe dire 700 presenze (e consumatori) in più nella città, 60mila voli l’anno per Ciampino e Fiumicino. Buttali via. Eppure, non è una priorità, e quando leggerai queste righe l’EMA sarà già stata assegnata al fresco di qualche città europea meno mediterranea delle nostre.
Fatto sta che la politica è una roba ben diversa dal passato e questo vento di novità che ha mischiato le carte prima del Parlamento e poi dei consigli comunali ha portato un cambiamento al quale dovremo abituarci: per default, la risposta a una qualsiasi proposta è che “non è una priorità”. Sbaglia chi ritiene che questo modo di reagire sia dovuto all’ingenuità dei neofiti. Piuttosto, due possibilità.
La prima: è un modo elegante per prendere tempo. Un ceto politico la cui ignoranza è stata svelata dalle interrogazioni al volo delle Iene in piazza Montecitorio non sa neanche cosa sia l’EMA
(al massimo, chi avesse fatto il classico sospetterebbe c’entri il sangue). Risponde dunque
non è una priorità, la sera a casa guarda su Wikipedia, così da smentirsi il giorno dopo. Come per lo stadio della Roma: il lunedì non era una priorità e il martedì il progetto era approvato.
La seconda: è “l’arte del governo nel terzo millennio”, per citare il sottotitolo di un libro di Cass R. Sunstein, amico e collaboratore del presidente Obama1. Semplificare è il principio fondamentale da seguire: indirizzare gli sforzi di un’amministrazione per favorire il trasloco nella capitale di un’importante agenzia europea ha tutta l’aria di essere una tipica “complessità superflua”. Il successo della nuova politica è nella semplificazione: “la gente” vuole fatti e meno ratti. E che funzioni l’AMA, altro che l’EMA.
A Roma, basta e avanza l’AIFA. E l’afa estiva.
Ldf
luca.defiore@pensiero.it
1. Sunstein CR. Semplice. L’arte del governo nel terzo millennio. Milano: Feltrinelli, 2014.