Saper far di conto con i farmaci

È uscito il nuovo report dell’Osservatorio sui Farmaci (OSMED) e questa è una buona notizia1. Lo è perché dietro tutti questi numeri (oltre 350 pagine di rapporto) si possono leggere molte storie. Questo lo ha saputo dire in passato meglio di tutti Gianni Tognoni, che per primo, nelle premesse dei report CINECA dedicati alle analisi dei consumi farmaceutici territoriali, invitava i lettori ad andare oltre le singole tabelle e cercare tra le righe le storie delle diverse popolazioni. In un certo senso la sfida è rimasta sempre questa. Non si tratta solamente delle variazioni di spesa e consumo tra le diverse aree geografiche o della lista dei medicinali più o meno utilizzati.
Molti operatori sanitari sanno come la disponibilità dei dati nel settore della farmaceutica è aiutata da flussi e capacità di tracciatura che in molti altri ambiti purtroppo mancano. A tal proposito si pensi solo ai dispositivi medici. È per questo che il farmaco diventa più facilmente un tracciante di bisogni e disagi che vanno oltre la singola esposizione al medicinale.
Detto questo, ritrovare un ordine nella presentazione dei dati nazionali che metta insieme sia l’analisi attenta delle variabilità sia anche gli approfondimenti possibili per le diverse categorie terapeutiche, ripeto, è una buona notizia. Inoltre, visto lo sforzo economico e finanziario sostenuto da parte del Servizio Sanitario Nazionale, l’attenzione a questi numeri è più che giustificato.
Nel nuovo report OSMED ho trovato particolarmente interessante alcune sezioni dedicate ad approfondimenti sui medicinali definiti “innovativi” e a dati provenienti dai Registri AIFA. La possibilità di verificare l’impatto delle decisioni regolatorie sull’utilizzo concreto nella pratica reale di nuovi strumenti terapeutici aumenta la sicurezza con cui il settore regolatorio può riuscire a governare l’intero settore. Allo stesso tempo, la restituzione dei dati ai prescrittori di quanto raccolto con monitoraggi dedicati (registri) dà un senso clinico agli sforzi che si fanno in pratica nel raccogliere tutti questi dati. L’alternativa è che tutto questo appaia solo un’inutile burocrazia.
Un OSMED che produce un buon report aumenta la sua autorevolezza e questo va a beneficio della fiducia che gli operatori sanitari e il pubblico possono maturare rispetto a chi fa di conto con le medicine a cui la popolazione è esposta.
Antonio Addis
Dipartimento di Epidemiologia,
Regione Lazio
a.addis@deplazio.it

BIBLIOGRAFIA
1. www.agenziafarmaco.gov.it/content/luso-dei-farmaci-italia-rapporto-osmed-2017

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