Orgasmometro



C
he soddisfazione. Sfogliare una rivista scientifica internazionale e trovare articoli di autori italiani. Quello che abbiamo davanti, poi, è frutto di un lavoro di squadra e il piacere è ancora maggiore: undici ricercatori di diverse università del Belpaese hanno diversamente contribuito ad una ricerca che aveva un preciso e dichiarato obiettivo: stabilire e validare un nuovo strumento psicometrico misurando l’intensità dell’orgasmo in una popolazione femminile con disfunzione sessuale. L’Orgasmometro1.
Lo strumento messo a punto dalla squadra azzurra ha il fascino di una essenziale complessità: un righello con numeri da 1 a 10 assegnati ad una gradazione di colore che va dal bianco al rosso. Dal pallido al paonazzo, per farla breve.
Quanto più gode, tanto più la “paziente” dovrà buttarsi a destra. Semplice e intuitivo come tutte le tecnologie destinate a sconvolgere il nostro quotidiano. Un esempio di ricerca utile. Sai come se la ride Doug Altman nel paradiso dei ricercatori onesti, nel vedersi citato alla voce bibliografica 39 dell’articolo di PLoS One. Da inguaribile sognatore ci aveva lasciato un’indicazione precisa: “We need less research, better research, and research done for the right reasons”2. Ci mancava l’orgasmometro.
Ldf
luca.defiore@pensiero.it
1. Mollaioli D, Di Sante S, Limoncin E, et al. Validation of a visual analogue scale to measure the subjective perception of orgasmic intensity in females: The Orgasmometer-F. PLoS ONE 2018;13: e0202076. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0202076
2. Altman DG. The scandal of poor medical research. BMJ 1994; 308: 283.