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DOI
10.1707/3094.30866
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(354,3 kb)
Ric&Pra
2019;35(1):27-29
titolo -
split_articolo,controlla_titolo
-
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CRONACHE DA UNA LUCIDA FOLLIA
autori -
vau_aut_id
Paolo Siani
testo -
art_testo
Quale manovra per quale bilancio?
8 dicembre
L’8 dicembre, sono stato alla Camera dei deputati per la manovra di bilancio. Non mi spaventa lavorare in un giorno di festa, ho trascorso tanti giorni festivi in ospedale e anche la mia famiglia è abituata a trascorrere le festività senza di me. Ma abbiamo discusso di una manovra che è chiaramente incompleta e sappiamo tutti che verrà meglio definita dopo l’incontro del Presidente del Consiglio a Bruxelles la prossima settimana. Anzi ci dicono che sarà molto diversa.
Nella legge di Bilancio che abbiamo discusso, tuttavia, non c’è un impegno vero, forte per l’istruzione e soprattutto per il contrasto alla dispersione scolastica. L’Italia è il quarto paese con più abbandoni (14%), dopo Malta (18,6%), Spagna (18,3%) e Romania (18,1%).
Le ricerche indicano che a lasciare gli studi prima del tempo sono spesso i giovani più svantaggiati, sia dal punto di vista economico che da quello sociale. Un meccanismo molto pericoloso perché aggrava le disuguaglianze già esistenti. Ridurre la quota di giovani che abbandonano prematuramente gli studi sotto il 10% dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per qualsiasi governo.
Non c’è un programma di sostegno alla maternità, non c’è nessuna norma che aiuti i comuni del Sud ad aprire nuovi asili nido.
Solo 1 bambino su 5 in Italia ha la possibilità di avere un posto all’asilo nido e le famiglie spendono ogni anno più di 286 milioni di euro per i servizi all’infanzia.
La frequenza al nido rappresenta uno degli strumenti più efficaci nella lotta contro la povertà educativa e contro le diseguaglianze, che da quella povertà hanno origine. Il premio Nobel per l’Economia James Heckman lo ha dimostrato chiaramente, in particolare riferendosi all’infanzia più svantaggiata, quella cioè che vive in un contesto familiare o territoriale penalizzante.
Uno studio condotto in Italia ha dimostrato che l’aumento dell’1% nel numero di posti negli asili nido pubblici accresce dello 0,85% (una deviazione standard) i risultati nei test in italiano nella seconda classe primaria, e aumenta dell’1,3% la probabilità che la madre lavori.
Scarsa attenzione è stata data alle disabilità e alla non autosufficienza. Resta ancora attuale e non risolta l’integrazione dei bambini disabili a scuola (erano 167.000 nel 2005, sono 234.788 nel 2015) con un numero ancora troppo basso di insegnanti di sostegno.
Tutte le risorse disponibili sono concentrate sul “reddito di cittadinanza”, i cui contorni attuativi sono ancora assai nebulosi e quindi la sua vera efficacia ancora troppo vaga.
E poi non c’è nessun intervento per il contrasto alle mafie e al recupero dei patrimoni mafiosi, anzi si è deciso di venderli. E chi mai li potrà comprare se non i mafiosi stessi?
I boss non presentano bilanci e quindi le stime dei loro incassi sono approssimative. Eppure l’ISTAT ha inserito le attività illecite nel PIL quantizzando il peso dell’economia “non osservata”, che comprende sommerso e attività illegali, in 208 miliardi (anno di riferimento 2015).
Se si riuscisse a recuperarne solo il 10% ...
PS
Bilancio, (almeno) due cose non vanno
Gennaio 2019
È stata una lunga maratona in aula con sedute fino a mezzanotte, durata tre giorni, fino al 30 dicembre, ultimo giorno utile per approvare la legge di bilancio e inviarla al Capo dello Stato per la firma prima del 31.12.
Abbiamo provato a dire le cose che secondo noi andavano modificate, anche se eravamo consapevoli di non essere ascoltati e anche al Senato non c’era stata nessuna discussione.
È deprimente rendersi conto che la legge più importante di tutte e che determina i destini di un popolo non venga discussa in commissione e poi in aula, perché è certo che dal confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione possono venir fuori leggi migliori.
E infatti in questa legge ci sono alcune cose che proprio non vanno.
1.
La legge di bilancio e i bambini disabili.
Scrive il mio amico prof. de Seta sulla rivista Medico e Bambino “L’Italia lavora da circa trent'anni (molto prima degli altri Paesi europei) per l’inclusione del bambino disabile nelle classi dei bambini non disabili. Tutti noi che ci interessiamo di bambini dobbiamo dedicare parte delle nostre energie al bambino disabile e pretendere che le leggi siano attuate e le risorse economiche reperite, per contribuire al miglioramento della qualità della vita dei bambini disabili anche attraverso una scuola moderna e all'altezza della sua storia”.
Ebbene, fino al 2019 lo Stato ha destinato al comparto istruzione 48 miliardi di euro, l’attuale Governo taglia questi fondi nei prossimi 2 anni di ben 4 miliardi.
E tra questi tagli c’è quello per “gli interventi di integrazione scolastica degli studenti con bisogni educativi speciali incluse le spese del personale (docenti di sostegno)”.
Per questa voce si passa da € 3.489.483.406 del 2019 a € 2.457.126.374 del 2021
2.
È dal 1973, ben 45 anni fa, che nessuno
osava mettere sullo stesso piano un negozio di lusso di Via Condotti a Roma o di Via Montenapoleone a Milano e il servizio dei pulmini nuovi per disabili dell'Anpas.
Questo governo, raddoppiando l’Ires, dal 12 al 24% al «non profit», ha equiparato questi due mondi completamente diversi. Una vera e assurda ingiustizia.
È stato annunciato dal Presidente del Consiglio che a gennaio si porrà riparo a questo obbrobrio, ma bisognerà trovare le coperture finanziarie. Noi aspettiamo.
Note dalla Camera: gennaio
Il Ministro della Salute manda a casa tutti i componenti del Consiglio Superiore di Sanità. E poi chiede di conoscere le loro preferenze politiche.
Come è noto alcuni giorni fa il Ministro della Salute ha rimosso, senza averli mai incontrati, tutti i componenti del Consiglio Superiore di Sanità.
Visto l’alto spessore dei componenti non si comprende alcuna ragione scientifica alla base della decisione.
Poi si viene a sapere che lo stesso Ministro aveva chiesto ad alcuni deputati del Movimento Cinque Stelle di conoscere i precedenti politici dei trenta membri di nomina del Consiglio superiore di Sanità.
Oggi, in Aula, il Ministro Fraccaro, ha dichiarato che il documento cui hanno fatto riferimento le notizie di stampa è stato realizzato dopo, e non prima, che si scegliesse di operare un profondo rinnovamento dei componenti del Consiglio Superiore di Sanità.
Ma il problema è aver fatto quel documento.
Il problema è aver deciso una sorta di indagine, non sui meriti professionali e scientifici dei membri del più importante organo di consulenza tecnico-scientifica del ministero, ma sui loro “precedenti politici”.
Il problema è aver mandato via senza una ragione plausibile i più illustri consulenti del Ministero.
La salute dei cittadini va difesa con medici e scienziati competenti. Questo serve, non altro.
Le opinioni espresse dall’autore sono personali e non riflettono necessariamente quelle dell’istituzione di appartenenza.
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