Notti di Guardia




Questo sito (
http://nottidiguardia.it/) è stato creato da un gruppo di operatori sanitari, estrosi ed intraprendenti, che sentono un legame (sottile ma tenace) fra la passione per la medicina e l’amore per l’arte, il teatro, la fotografia, la letteratura. È nato così un contenitore di storie (ma anche di immagini) di notti di guardia, trascorse dietro ad avventure che, sebbene non sempre spettacolari, sono ugualmente in grado di dispensare emozioni e poesia. Un luogo di incontri virtuali tra idee, pensieri e riflessioni proprie di una realtà notturna, sconosciuta e riservata.

50 anni di matrimonio
Sono le tre e vorrei provare a dormire, oggi la Tc non funziona, il 118 è stato avvisato e l’afflusso dei pazienti è inferiore al solito, ma basta solo pensare di poter riposare, prima ancora di pronunciare le fatidiche parole “ragazzi io proverei a mettermi giù“ che il campanello del triage suona ripetutamente. Provo lo stesso a stendermi ma so già che servirà solo a farmi rilassare le gambe affaticate per pochi minuti, il telefono squilla nella stanza del medico di guardia. “Ci sono visite” dice Daniele dal triage. Poi lo incontro prima di entrare in sala visita: “è una coppia di anziani, lui questa sera le ha misurato la pressione e l’ha trovata molto bassa così si è spaventato e l’ha portata qui”. Sono nervoso, incazzato, volevo davvero riposare, domani speravo di godermi un po’ la giornata invece di morire stramazzato sul letto. Cazzo è possibile che ormai si venga al pronto soccorso per qualsiasi cazzata, ma se la signora stava bene che cosa l’ha portata a fare e perché cazzo le ha misurato la pressione alle tre di notte? Non se ne può più di tutti questi anziani.
Indosso comunque la mia faccia migliore ed entro nella stanza. Di fronte a me c’è un signore alto con un buon portamento ed un’espressione di scusa quasi avesse sentito le mie parole.
“Sa dottore mia moglie ha 88 anni, ha una grave insufficienza mitralica e lei non ha voluto farsi operare ma io ho paura, ho paura che muoia, sa stiamo insieme da 50 anni”. Ci metto un attimo ad ingoiarmi i pensieri e a sentirmi un imbecille. La moglie è lì, già stesa sul lettino tranquilla con una faccia un po’ seccata “è lui, è lui che ha voluto portarmi, io sto bene, non volevo venire, ma lui si spaventa sempre per ogni cosa e mi porta in ospedale ma quando torniamo a casa mi sente”. “Va bene signora adesso vediamo”. Gonfio il manicotto e sgonfio lentamente: 120/70, magnifico! C’è una fibrillazione atriale (già nota) con una frequenza normale, la signora respira benissimo da supina, la saturazione è sopra i 98% in aria ambiente, c’è un gran soffio puntale ma non lo straccio di un rumore umido sul torace, niente all’addome, non edemi. Lei mi guarda e sorride
“allora dottore è vero che posso tornare a casa? Tanto io non mi faccio operare ho già deciso, ho 88 anni, dottore”. Daniele mi mostra l’ecg: ndp, sovrapponibile ai tracciati precedenti.
“Certo signora che può tornare a casa”. Lei guarda il marito soddisfatta, lui le si avvicina per baciarla, lei lo allontana, sembrano due ragazzi, potrebbero avere cinquant’anni di meno.
Scaramucce da innamorati. Cazzo che triste è la vita. Lui sa che la perderà da un momento all’altro e ha una paura del diavolo, ha tanta paura che non riesce a godersi il tempo che ancora vivranno insieme. D’altra parte, mi dice, i dottori gli hanno detto che se lei non si farà operare morirà senz’altro e di non farle fare quasi niente, nessuno sforzo, qualcuno la ha anche trattata male perché ha rifiutato di farsi operare. Sì, lo so, in ogni categoria ci sono gli stronzi integralisti, o fai come dicono loro o si incazzano, si offendono. Come se non sapessero che a ottantotto anni, anche senza un’insufficienza mitralica si può morire da un momento all’altro. O anche a quarant’anni o anche meno. Come se non sapessero che si muore ugualmente. Tornate a casa tranquilli, e lei non si preoccupi, la porti pure al mare con la macchina, poi quando siete lì sedetevi davanti al mare e guardate forte più che potete, fate finta di niente come se doveste vivere per sempre insieme, non abbiate paura. È quel che mi sento dire, più o meno. Qualche volta mi scordo che le parole servono davvero. Lui finalmente si rilassa e sorride. Chiudo il verbale, vorrei scrivere ‘paura di perdersi dopo 50 anni di matrimonio’. Dici poco? È una diagnosi che mette i brividi, allora scrivo ‘riferita ipotensione in nota insufficienza mitralica severa (la pz ha rifiutato l’intervento cardiochirurgico)’.
È più corretta, ma di verità solo l’ombra.
Scritto da Rem il 13 novembre 2011