Adattamento


Il termine adattamento in biologia si riferisce alla facoltà degli organismi viventi di mutare i propri processi metabolici, fisiologici e comportamentali, consentendo loro di adattarsi alle condizioni dell’ambiente nel quale vivono. La definizione proposta da Wikipedia conforta la sensazione che la parola abbia una valenza positiva: la capacità di adattamento, va da sé, è una dote e di certo non un difetto.
Che a Roma, però, si debba di frequente dire o pensare che “tocca adattasse” suggerisce qualche perplessità. Dubbi che aumentano nel venire a sapere che il termine inglese “adaptive” è ormai diventato una delle chiavi che apre le porte all’ingresso ad una sanità nuova.
Ammettiamolo: siamo dei provinciali. Non abbiamo ancora fatto in tempo a comprendere fino in fondo se questo adaptive licensing è una cosa praticabile o no, accettabile o meno, che ecco che salta fuori l’adaptive pathway. A comunicarci là novità – accompagnandola col gesto della mano che ti scansa come a dire – “tu non ti preoccupare che questa la sappiamo noi” – è l’industria farmaceutica. Non più di una “approvazione” si tratterebbe ma di un “itinerario”, un “percorso”: qualcosa che, beninteso, si dà già per avviato e che va necessariamente fatto insieme. Tutti gli stakeholder (oddio, che parola) a braccetto. Perché siamo tutti agenti dell’interesse dei cittadini che vogliono cure più tempestive: mettila come vuoi, ma il tempo di aspettare se una cura funziona non c’è.
Tocca adattarsi? È probabile. In primo luogo ad un’industria che ha già dovuto adattarsi alla postmodernità (liquida, visto il clima) che ha trasformato le imprese da centri di progettualità produttiva a snodi del capitalismo finanziario. I farmaci non si sviluppano più nei centri di ricerca privati ma nei laboratori di università e istituti di ricerca pubblici: si acquistano le competenze o i brevetti comprese nel prezzo delle start-up che vanno a arricchire la pipeline delle industrie.
Nel giro di un anno l’investimento è recuperato (Avorn, 2015) ma bisogna fare in fretta. Per questo, il percorso dovrà sì essere adattato, ma soprattutto breve. Nell’interesse dei cittadini (aridaje). Vai dunque con l’adaptive pathway e vedrai che la sanità davvero patient-centered (vedi il Mai più senza del numero 182) sarà a portata di mano. L’itinerario sarà planetario e gli orizzonti necessariamente internazionali. Tuttalpiù, visto il clima (aridaje), potrà capitarti un incontro con un animale esotico.
Tipo un camaleonte: esempio di adaptive animal.
Ldf
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