Ricerca & Pratica

Silvio Garattini
Direttore, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche
“Mario Negri”, Milano
silvio.garattini@marionegri.it



Quando nel 1985 l’Istituto Mario Negri, oggi IRCCS, aveva proposto di dar vita a una rivista bimestrale rivolta soprattutto al medico di medicina generale, sembrava un’iniziativa velleitaria. A distanza di trent’anni, la rivista è in buona salute grazie anche alla generosa collaborazione de Il Pensiero Scientifico che ne è l’editore. Il nome della rivista “Ricerca & Pratica” rappresentava un programma ambizioso, ma al tempo stesso il desiderio di un “servizio”. L’intento, infatti, era quello di contribuire a far partecipe la medicina del territorio dei risultati della ricerca scientifica. Risultati che si applicano alla pratica con la forza dell’evidenza ma anche con la debolezza della generalizzazione alla popolazione “reale”. In questi trent’anni abbiamo messo tutta la nostra buona volontà per far fede ai quattro punti che dovevano caratterizzare “Ricerca & Pratica” e che, purtroppo, sono ancora di grande attualità.



C’è ancora bisogno di spirito critico, perché il costante aumento del numero dei farmaci non riflette la loro reale necessità. Ciò che è certo è l’aumento dei prezzi cui non sempre si accompagna un documentato miglioramento dell’efficacia o una diminuzione della tossicità, visto il crescente impiego del placebo anziché del miglior farmaco disponibile, del disegno di non-inferiorità anziché della superiorità, dell’utilizzo di outcome surrogati anziché di parametri terapeutici.
C’è ancora bisogno di rinnovare la cultura medica, continuando a far partecipare i medici alla rivista attraverso il loro impegno nella raccolta e nell’interpretazione dei dati relativi alla loro attività. È sempre più necessario che il medico di medicina generale diventi parte attiva negli studi clinici controllati, seguendo esempi che in questi anni hanno avuto successo.
C’è ancora bisogno di pensare non solo ai farmaci ma anche alla prevenzione, evitando in tutti i modi di contribuire alla crescente “medicalizzazione della nostra società”. Occorre continuare a mantenere la capacità di selezionare ciò che è basato sull’evidenza rispetto a ciò che è solo frutto della propaganda. In questo senso, soprattutto in un periodo di scarse risorse economiche, è importante non perdere di vista il ruolo importante del medico nell’educare il pubblico alla sostituibilità dei farmaci originali con quelli dal nome generico o con i biosimilari che hanno un costo minore.
Infine, c’è ancora bisogno di indipendenza dalla politica, dai partiti, dalla finanza, dalle ideologie per mettere al centro della medicina il paziente, aiutandolo a superare le sue paure e i dubbi, prendendosene cura anche quando non è possibile guarirlo.
Cari lettori, spetta a voi decidere se siamo stati utili, noi vogliamo continuare a provarci con tutte le nostre capacità, convinti che la ricerca biomedica non colga il suo scopo se non riesce ad aiutare i medici che operano nell’interesse degli ammalati.