dalle altre riviste





LA PERCEZIONE MEDICA SULL’USO DELLA TECNOLOGIA MOBILE PER MIGLIORARE LA CURA DELL’ASMA NEI GIOVANI
L’asma si manifesta più frequentemente nei bambini e adolescenti con una serie di limitazioni nella vita quotidiana e un notevole dispendio di costi per il servizio sanitario.
Scopo dello studio è valutare la percezione dei medici sull’utilizzo della tecnologia mobile come strategia di cura per i giovani affetti da asma. Tale tecnologia potrebbe aumentare nei giovani la consapevolezza relativa ad alcuni fattori che possano influire sul benessere e sulla qualità di vita e farli diventare parte attiva nella gestione della malattia migliorando la compliance.
Sono stati intervistati 9 pediatri di età compresa tra i 30 e i 40 anni e 18 specializzandi (6 uomini e 12 donne) di età compresa tra i 27 e i 32 anni per indagarne percezione, benefici e limiti.
Dai dati emerge che i pediatri specializzandi siano più disponibili a utilizzare la tecnologia mobile. Ritengono che l’uso permetta continuità assistenziale, motiva il paziente migliorando la gestione e l’aderenza al trattamento; tuttavia, necessitano di norme che regolano il sistema tecnologico per garantire la privacy e aumentare la confidenza degli operatori nell’uso dei numerosi dati trattati. Lo studio mostra dei limiti: ridotta numerosità (N=27) e unico setting geografico del campione, eterogenea modalità di conduzione dell’intervista e giovane età dei partecipanti con maggiore propensione all’uso. Inoltre la ricerca è stata basata su un’applicazione tecnologica ipotetica senza informazioni aggiuntive, utili a stimarne l’efficienza d’uso nella pratica clinica.
In conclusione, è auspicabile proseguire la ricerca con studi clinici randomizzati per valutarne l’efficacia rispetto alle metodiche tradizionali. (Emilia Cavallo)
Fonte: Schneider T, Panzera AD, Martinasek M, et al. Physicians’ perceptions of mobile technology for enhancing asthma care for youth. J Child Health Care 2016; 20: 153-63.




CONFLITTI DI INTERESSE TRA SOCIETÀ MEDICO-SCIENTIFICHE E INDUSTRIA: UN’ANALISI DEI SITI INTERNET DELLE SOCIETÀ ITALIANE
Le società medico-scientifiche rivestono un ruolo importante nell’influenzare la pratica clinica, attraverso lo sviluppo di linee guida, la disseminazione delle evidenze tramite le riviste scientifiche e l’organizzazione di congressi e di corsi ECM. Il possibile condizionamento da parte delle aziende produttrici di farmaci o di dispositivi medici richiede particolare attenzione.
Un gruppo di giovani medici in formazione (specializzandi o studenti) ha consultato i siti web di 131 società medico-scientifiche iscritte alla federazione italiana (FISM), analizzando: la presenza di uno statuto/regolamento con un riferimento al conflitto d’interessi; la presenza di un codice etico volto a regolamentare i rapporti con l’industria; la pubblicazione del bilancio societario; la presenza di loghi delle aziende sulla homepage dei siti internet; la presenza di sponsorizzazioni aziendali all’ultimo congresso nazionale e/o di simposi satelliti sponsorizzati.
Solo il 5% delle società medico-scientifiche analizzate si era dotato di un codice etico specifico, il 46% aveva uno statuto che citava il conflitto di interessi e il 6% ha pubblicato sul sito internet un bilancio societario trasparente. Il 68% delle società ha accettato sponsorizzazioni industriali in occasione dell’ultimo congresso (periodo 2013/2014), mentre il 29% ospitava in homepage loghi di aziende farmaceutiche o di dispositivi medici. Il numero di soci e la disponibilità di un codice etico sono risultati i fattori associati con una maggior presenza di sponsorizzazioni nell’ultimo congresso nazionale, mentre non sono emerse differenze tra le aree professionali.
I risultati di questo studio evidenziano come tra le società medico-scientifiche italiane la sensibilità riguardo alla trasparenza e ai possibili conflitti di interesse appaia ancora poco diffusa. (Antonio Clavenna)
Fonte: Fabbri A, Gregoraci G, Tedesco D, et al. Conflict of interest between professional medical societies and industry: a cross-sectional study of Italian medical societies’ websites. BMJ Open 2016; 6: e011124




IL FUNZIONAMENTO PSICOLOGICO DEI BAMBINI AFFETTI DA MALATTIE CRONICHE
La malattia cronica nell’infanzia è una potenziale fonte di sofferenza e può essere un’esperienza traumatica sia per il bambino che per la sua famiglia. Diversi studi riportano l’incidenza del disturbo post-traumatico da stress in bambini affetti da cancro e nelle loro madri. Lo scopo di questo studio è valutare l’impatto e aumentare la conoscenza del funzionamento psicologico dei bambini e delle loro madri affetti da cancro rispetto a bambini con l’artrite reumatoide giovanile (ARG) e a bambini sani. I risultati mostrano che nel gruppo dei bambini affetti da cancro tra i 6-12 anni vi è una significatività statistica per problemi internalizzanti e problemi di attenzione rispetto ai bambini sani, ma non per i bambini con ARG. Non si rilevano problemi significativi nel gruppo dei bambini malati di cancro tra i 2-5 anni rispetto ai bambini con ARG e ai bambini sani. I bambini con ARG hanno avuto statisticamente più problemi esternalizzanti rispetto ai bambini malati di cancro e a quelli sani. Le madri di bambini malati di cancro avevano livelli più alti di sintomi da stress post-traumatico e angoscia rispetto alle madri degli altri due gruppi di controllo. I risultati, se confermati in campioni di popolazioni più ampie, in diverse fasi dello sviluppo e includendo altre malattie croniche, possono aprire una nuova prospettiva nella formulazione di un intervento psicosociale per ridurre l’impatto della malattia e migliorare il benessere psicologico, focalizzandosi sulla specifica risposta alle malattie croniche. (Nataly Vivenzio)
Fonte: Graziano S, Rossi A, Spano B, Petrocchi M, Biondi G, Ammaniti M. Comparison of psychological functioning in children and their mothers living through a life-threatening and non life-threatening chronic disease: a pilot study. J Child Health Care 2016; 20: 174-84.




MORTALITÀ AD UN ANNO ASSOCIATA AI TRATTAMENTI PER BPCO. CONFRONTO TRA TIOTROPIO E BETA2-AGONISTI A LUNGA DURATA D’AZIONE IN TRE REGIONI ITALIANE: RISULTATI DELLO STUDIO OUTPUL
I beta2-agonisti a lunga durata d’azione (LABA) e il tiopropio sono farmaci broncodilatatori comunemente impiegati per alleviare i sintomi della BPCO, ma il loro effetto sulla mortalità è controverso. Con l’obiettivo di valutare in una popolazione italiana l’effetto sulla mortalità di un anno di terapia inalatoria con LABA vs. tiotropio è stato condotto uno studio di coorte tramite record-linkage dei dati amministrativi sanitari di tre regioni (Lombardia- Emilia Romagna-Lazio). Di 103646 pazienti dimessi con diagnosi di BPCO tra il 2006-2009, sono stati selezionati quei pazienti ≥45anni con una prescrizione di LABA o tiotropio entro 6 mesi dalla dimissione. Nelle analisi principali sono stati esclusi i pazienti trattati con entrambi farmaci. Il rischio di mortalità a un anno è stato aggiustato anche per quintili di propensity score. Sono stati identificati 33.821 nuovi esposti alle terapie in studio, il 28% dei quali a tiotropio, il 56% a LABA e il 16% a entrambi. L’età media±SD era di 74±10 anni. I pazienti trattati con tiotropio erano più anziani, con maggiore gravità della BPCO e con maggiore frequenza delle comorbidità, in particolare insufficienza cardiaca. I tassi di mortalità erano di 122/1000 soggetti/anno nelle analisi “intention to treat” (ITT) e 108/1000 in quella per trattamento effettivamente assunto (TA). L’hazard ratio, intervalli di confidenza 95% di mortalità nei pazienti trattati con LABA vs tiotropio sono risultati di 1.06 0.94–1.20 e 1.00 0.93–1.08 nelle analisi per ITT e TA rispettivamente. Questi risultati mostrano come in una popolazione del mondo reale di pazienti con BPCO, la terapia con tiotropio comparata a LABA, anche se somministrata a pazienti più compromessi, non è associata ad un aumentato rischio di mortalità ad un anno. (Lidia Staszewsky)
Fonte: Kirchmayer U, Cascini S, Agabiti N, et al. on behalf of the OUTPUL study group. One-year mortality associated with COPD treatment: a comparison of tiotropium and long-acting beta2-agonists in three Italian regions: results from the OUTPUL study. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2016; 25: 578-89.