Vedere gli stranieri
Maurizio Bonati
Dipartimento di Sanità Pubblica
IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche
Mario Negri, Milano
maurizio.bonati@marionegri.it



Il titolo del testo attribuito a Shakespeare può declinarsi in differenti modalità come ha fatto Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, intervenendo in Senato il 3 ottobre in occasione della prima giornata nazionale per la memoria delle vittime dell’immigrazione. Il “vedere” in questo caso è un prendere atto, un comprendere, un immaginare perché molti degli stranieri non riescono a giungere alla nostra vista. Sono stati oltre 300.000 i migranti e rifugiati entrati in Europa via mare nel 2016. Sono arrivati soprattutto in Grecia e in Italia. Oltre 4000 (quelli contati) sono morti in naufragi di imbarcazioni fragili ed eccessivamente stipate. Il 2016 è stato l’anno più letale per i migranti che hanno scelto la rotta del Mediterraneo.

Sanità – Muoiono a distanza di pochi giorni due ex ministri: la prima della Sanità (1978-1979 nei governi Andreotti IV e V), il secondo della Salute (2000-2001 nel governo Amato II).
Due percorsi e due culture diversi: staffetta partigiana, sindacalista, politica e cattolica la prima; borghese illuminato, oncologo e socialista il secondo. Una caratteristica comune: l’impegno particolare a favore delle donne. Tina Anselmi (1927), prima donna Ministro della Repubblica, fu fra i principali autori della riforma che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale (legge 833 del 1978). Nello stesso anno sono state approvate la 180 (Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori) e la 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza) sempre a sua firma.
Per quella legge 194 tanto si adoperò Francesco D’Ambrosio (1935), storico ginecologo alla Mangiagalli di Milano. Umberto Veronesi (1925), tecnico prestato brevemente alla politica, ha contribuito a modificare drasticamente la storia naturale del carcinoma mammario. Fondatore dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e della Fondazione che porta il suo nome è stato un attivo ed efficace promotore della ricerca clinica oncologica, in particolare per i giovani, comunicatore scientifico e testimone sociale.
La neuropsichiatria italiana, sebbene disciplina giovane nel panorama medico italiano, ha contato due perdite storiche Claudia Ruggerini (1922), staffetta partigiana milanese, che molto si adoperò per l’abolizione delle scuole speciali e delle classi defferenziali avvenuta con la legge 517 del 1977. Pietro Pfanner (1926), cattolico lucchese di formazione psichiatrica, nel 1958 è tra i fondatori dell’Istituto Scientifico Stella Maris di Calambrone (PI) che sotto la sua guida è divenuto il riferimento nazionale per i disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva.
Ala della nazionale di pallacanestro nato negli anni ’50, Franco Perraro (1931) è stato tra i fondatori della Società italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria (SIQuAS-VRQ) e tra gli organizzatori di uno dei primi nuclei 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica, SSUEM); era presidente onorario della Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza (SIMEU).
Maria Edoarda Trillò (1951) donna forte, determinata e coraggiosa. Pediatra, Presidente dall’Associazione Culturale Pediatri sezione del Lazio, consigliere nazionale SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), pediatra al centro di salute di Matagalpa in Nicaragua, e molto altro. È stata responsabile di numerosi progetti e corsi di aggiornamento relativi alla salute della popolazione straniera. Una vita attiva per i diritti delle donne e dei bambini.

Politica – Governatore della Banca d’Italia, Ministro, primo Presidente del Consiglio non parlamentare e non proveniente dai partiti, Carlo Azeglio Ciampi (1920) è stato il decimo Capo dello Stato. Senza troppo clamore, semplicemente interpretando la presidenza della Repubblica come un servizio regolato dal rispetto rigoroso della Carta costituzionale. Da Ministro dell’economia, fu lui a insistere più di ogni altro per l’ingresso nell’euro immediato e a qualsiasi costo.
Più “atletico e dinamico” fu Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay (1942), medaglia d’oro dei mediomassimi alle Olimpiadi di Roma nel 1960 a soli 18 anni, rivoluzionando la boxe. Conquista il titolo mondiale dei pesi massimi nel 1964 battendo Sonny Liston. Il giorno dopo annuncia di essersi convertito all’Islam e di aver cambiato nome. Un peso massimo nella lotta per l’eguaglianza, la libertà, la pace: contro la guerra del Vietnam, per i diritti civili degli afroamericani.

Minoranze – Tra i fondatori di Medicina Democratica, Luigi Mara (1939) fu il vero inventore di una dimensione politica più vasta e decisiva dei nuovi organismi, i Consigli di Zona: portare il lavoro fuori dalla fabbrica. Aveva capito che le sorti della condizione operaia non si giocavano più solo nei reparti, ma fuori nella città dove gli operai vivono, e investire il sapere operaio anche nelle politiche della sanità, urbanistiche, scolastiche. Con i suoi arti artificiali, testimonianza di un incidente nei laboratori della Montedison nel 1967, fu un coriaceo e preparato difensore della qualità del lavoro, del diritto alla salute e difensore dell’ambiente nelle sue varie forme: processi produttivi, condizioni operaie di lavoro, prevenzione dei rischi, nocività e inquinamento ambientale.
Un altro modello di uomo che ha creduto nella scienza come strumento essenziale di progresso della colletività è stato Andrew Herxheimer (1925). Fu un grande operatore della comunicazione scientifica basata sul coinvolgimento e sulla partecipazione nella pratica della ricerca e della medicina dei pazienti, dei cittadini, dei ricercatori e in particolare dei giovani. Farmacologo clinico, tra i fondatori della Cochrane Collaboration, nel 1963 fondò il primo bollettino indipendende di informazione sui farmaci (Drug and Therapeutic Bullettin) che con l’adesione di oltre 90.000 lettori spontanei rappresenta a tutt’oggi un record anche qualitativo nella storia dell’in-formazione medica.
Donna di scienza è stata Irene Floriani (1964), di grande profilo umano e professionale, impegnata fino all’ultimo giorno nell’ideazione e attuazione di progetti volti a migliorare le terapie oncologiche.

Cultura – Giullare e affabulatore, attore, regista, disegnatore, scrittore, l’autore italiano contemporaneo italiano più rappresentato al mondo, intrecciatore critico di arte e politica, oppositore del potere politico, insomma… Dario Fo (1926). Ironia, satira, umanità e impegno politico hanno caratterizzato l’attività artistica ed umana di una vita di un premio Nobel che ha lavorato “nella tradizione dei giullari medievali, fustigando i potenti e ridando dignità agli oppressi”.
Quando un libro d’esordio vende in breve tempo 14 milioni di copie, è tradotto in decine di lingue, ha una trasposizione cinematografica che oltre a numerosi spettatori riceve anche premi il rischio è che l’autore si consideri “arrivato” e il pubblico lo consideri ormai “vuoto”. Non è stato il caso di Umberto Eco (1932) che dopo la pubblicazione de “Il nome della Rosa” ha intrapreso una feconda attività di scrittore attingendo ad una formazione politica e universitaria che ha continuamente alimentato anche all’insegna dell’umorismo. Ha analizzato i più vari fenomeni della cultura di massa, con lo stesso acume che applicava all’estetica medioevale o alle letture di Joyce.
Poesia struggente, anche cantata, quella dell’ebreo canadese medioborghese Leonard Cohen (1934). Prima romanziere, poi poeta e cantautore con la fascinazione delle parole e della musica a raccontare i misteri della vita e dell’amore. Sempre una figura femminile a riempire le sue poesie, a rappresentare la vita… la libertà. Tradotto, copiato e interpretato da molti cantati e cantautori, anche italiani (De Andrè, De Gregori, Mia Martini, Vanoni e molti altri), Suzanne con il suo barcone in riva al San Lorenzo e i suoi tè all’arancio cinesi ne decreta nel 1966 il successo universale. L’adorata Marianne, Giovanna d’Arco e molte trasfigurazioni del sentire hanno costituito gli elementi di una vasta antologia poetica: un vero Nobel mancato, … negato.

vedere gli stranieri
Immaginate allora di vedere gli stranieri derelitti,
coi bambini in spalla, e i poveri bagagli
arrancare verso i porti e le coste in cerca di trasporto,
e che voi vi atteggiate a re dei vostri desideri
– l’autorità messa a tacere dal vostro vociare alterato –
e ve ne possiate stare tutti tronfi nella gorgiera della vostra presunzione.
Che avrete ottenuto? Ve lo dico io: avrete insegnato a tutti
che a prevalere devono essere l’insolenza e la mano pesante.
Vorreste abbattere gli stranieri,
ucciderli, tagliar loro la gola, prendere le loro case
e tenere al guinzaglio la maestà della legge
per incitarla come fosse un mastino. Ahimè, ahimè!
Diciamo adesso che il Re,
misericordioso verso gli aggressori pentiti,
dovesse limitarsi, riguardo alla vostra gravissima trasgressione,
a bandirvi, dov’è che andreste? Che sia in Francia o Fiandra,
in qualsiasi provincia germanica, in Spagna o Portogallo,
anzi, ovunque non rassomigli all’Inghilterra,
orbene, vi trovereste per forza ad essere degli stranieri.
Vi piacerebbe allora trovare una nazione d’indole così barbara
che, in un’esplosione di violenza e di odio,
non vi conceda un posto sulla terra,
affili i suoi detestabili coltelli contro le vostre gole,
vi scacci come cani, quasi non foste figli e opera di Dio,
o che gli elementi non siano tutti appropriati al vostro benessere,
ma appartenessero solo a loro? Che ne pensereste
di essere trattati così? Questo è quel che capita agli stranieri,
e questa è la vostra disumanità da senzadio.
citazione di un testo attribuito a william shakespeare