Lavarsi le mani
Maurizio Bonati
Dipartimento di Sanità Pubblica
Istituto di Ricerche Farmacologiche
Mario Negri IRCCS, Milano
maurizio.bonati@marionegri.it





Come per la SARS (
Severe Acute Respiratory Syndrome) nel 2002-3 e la MERS (Middle East Respiratory Syndrome) nel 2012 anche per il recente coronavirus, il 2019 di Wuhan, non c’è un vaccino e non c’è una cura specifica. C’è però la possibilità di una diagnosi rapida (più rapida che in precedenza) sia per aver isolato e sequenziato rapidamente il virus, che per le iniziative di controllo e sicurezza adottate. Bene, sì ma poi non tanto. Nell’attesa e nella speranza che la forma grave della sindrome respiratoria si esaurisca con un numero limitato di decessi che fare? Per sviluppare un vaccino ci vogliono mesi. Gli inibitori delle proteasi dei coronavirus sono ancora in fase di sviluppo dopo quasi 20 anni dalla SARS. I coronavirus hanno caratteristiche simili agli enterovirus che continuano a provocare una infezione comune dei bambini chiamata malattia mani-piedi-bocca per la quale non c’è ancora un trattamento antivirale efficace che, se disponibile, si sarebbe potuto testare in questa occasione 1. Gli elogi sprecati, anche a fini politici, per il lavoro svolto dagli operatori dell’ospedale Spallanzani di Roma e di tutti coloro che si sono prodigati nel corso dell’emergenza risultano inappropriati e un poco ipocriti se confrontati alle risorse pubbliche investite in ricerca, sviluppo, innovazione e assistenza (anche) nel settore malattie infettive.
La vaccinazione antinfluenzale indicata da alcuni è di nessuna efficacia preventiva nei confronti dei coronavirus e anche di scarsa utilità nel favorire una diagnosi di esclusione, data la scarsa efficacia dei vaccini antinfluenzali2.
Anche l’uso degli antivirali per ridurre la trasmissione o le complicazioni delle basse vie respiratorie, come è stato documentato per l’oseltamivir in caso di influenza negli adulti e nei bambini, è inefficace3.
Quindi, Ok la terapia sintomatica, ma per la prevenzione? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) così declama4:



Ma come, con alcune decine di migliaia di contagiati (il 10% in forma grave, rari i casi pediatrici), con qualche centinaia di decessi (prevalentemente in Cina, con sporadici casi) la prima indicazione è lavarsi frequentemente le mani? È questa una delle domande più frequenti che la maggioranza dei cittadini si pone. Cittadini con una enorme povertà educativa sanitaria, esposti ad informazione battente, spesso disinformativa e ansiogena.
Ebbene sì. La prima cosa efficace da fare è lavarsi le mani5. Non solo contro i coronavirus, ma anche contro molti altri patogeni.
L’igiene delle mani è un elemento fondamentale per prevenire la diffusione delle infezioni sia per l’OMS6 che per i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta7. Lavarsi bene le mani è un gesto semplice e poco costoso che, per essere efficace, deve durare dai 40 ai 60 secondi.
La tecnica di igiene delle mani in sei fasi come raccomandato dall’OMS è importante per garantire una pulizia accurata, tuttavia l’apprendimento e la memorizzazione dei passaggi rappresentano una barriera alla sua adozione. Per aiutare i bambini a imparare e ricordare la tecnica corretta è stata composta anche una filastrocca musicale sul ritmo di “Fra Martino campanaro”8. Per gli adulti può essere invece utile cantare due volte “Tanti auguri a te” come è nel caso di Boris Yelnikoff (Larry David) il protagonista del film Basta che funzioni di Woody Allen del 2009. Cantare non uccide i patogeni, ma predispone a lasciare le mani sotto l’acqua il tempo sufficiente per pulirle in modo appropriato: almeno 20 secondi e non massimo 15 come fa la maggioranza della popolazione. A questo proposito si sono anche sviluppati modelli matematici per ottimizzare modalità e durata del lavaggio9. Di particolare importanza è il lavaggio delle mani da parte degli operatori sanitari: il gesto più semplice ed efficace per ridurre il rischio di infezioni correlate all’assistenza (ICA) e la diffusione dell’antibiotico-resistenza. Una procedura che l’OMS ribadisce il 5 maggio di ogni anno promuovendo la Giornata mondiale per il lavaggio delle mani. Se a tanto si è costretti vuol dire che il lavarsi le mani è ancora una pratica largamente disattesa.
Quando lavarsi le mani (p. es., prima: mangiare, maneggiare o consumare alimenti; dopo: aver tossito, starnutito o soffiato il naso, essere stati a stretto contatto con persone ammalate, essere stati a contatto con animali, aver usato il bagno, aver cambiato un pannolino, maneggiato soldi, aver usato un mezzo di trasporto, aver soggiornato in luoghi molto affollati) viene insegnato nelle scuole dell’infanzia, ma solo il 36% degli aventi diritto va all’asilo in Emilia Romagna e il 2% in Calabria 10.
L’atto di lavarsi assume anche un significato simbolico di purificazione ogni volta che ci si rivolge al Divino con un’offerta o una preghiera in tutte e tre le religioni monoteiste11-13. Numerose altre situazioni richiedono lavaggi meno rituali e più a scopo igienico, come quelle che seguono o precedono un rapporto sessuale, il contatto con un malato, un bisogno corporale… In questo modo i doveri imposti dalle religioni hanno contribuito a ridurre la diffusione di molte malattie: usanze igieniche prima ancora che simboliche.



“Fare meglio con meno” non è solo il paradigma dell’economia circolare parte essenziale di uno sviluppo più sostenibile capace di superare la triplice crisi economica, sociale e ambientale che stiamo vivendo. Così come non è solo un mantra zen. Lo slogan “Fare meglio con meno” associato a “Scegliere con saggezza” (choosing wisely) è ricco di significato, e sempre più ne acquista col passare del tempo, in un mondo che, anche sul versante medico, consuma molto più tempo sul superfluo14. Ecco: scegliamo con saggezza di lavare le mani, per far meglio, garantendo ciò che è appropriato, spendendo il giusto possibile.


BIBLIOGRAFIA
1. Calaway E, Cyranoski D. What scientists want to know about the coronavirus outbreak. Nature 2020; 577: 605-7.
2. Jefferson T. Influenza vaccination: policy versus evidence. BMJ 2006; 333: 912-5.
3. Dyer O. Cochrane reviewer sues Roche for claiming Tamiflu could slow flu pandemic. BMJ 2020; 368: m314 doi: 10.1136/bmj.m314.
4. www.who.int/emergencies/ diseases/novel-coronavirus-2019/advice-for-public (ultimo accesso del 5 febbraio 2020).
5. Jefferson T, Del Mar CB, Dooley L, et al. Physical interventions to interrupt or reduce the spread of respiratory viruses. Cochrane Database of Systematic Reviews 2010, Issue 1. Art. No.: CD006207. DOI: 10.1002/14651858.CD00620 7.pub3
6. www.who.int/gpsc/country_work/ en/ (ultimo accesso del 5 febbraio 2020).
7. www.cdc.gov/handhygiene/ providers/guideline.html (ultimo accesso del 5 febbraio 2020).
8. Thampi N, Villeneuve LN, Longtin Y. Wash your hands, Brother John! BMJ 2019; 367: l6050. doi: 10.1136/bmj.l6050.
9. Wilson AM, Reynolds KA, Canales RA. Estimating the effect of hand hygiene compliance and surface cleaning timing on infection risk reductions with a mathematical modeling approach. Am J Infect Control 2019; 47: 1453-9.
10. Bonati M. Disuguaglianza: una questione meridionale? Quaderni Acp 2020; 1: 2.
11. “Lavo le mie mani nell’innocenza, e così faccio il giro del tuo altare, o Signore” (Bibbia, Salmi, 26.6).
12. “Benedetto sii Tu, o Signore, Dio nostro, Re del Mondo, che ci hai santificati con i Tuoi precetti e ci hai comandato il lavaggio delle mani”.
13. “O voi che credete! Quando vi levate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani [e gli avambracci] fino ai gomiti, passate le mani bagnate sulla testa e lavate i piedi fino alle caviglie. Se siete in stato di impurità, purificatevi (Corano, Sura 5, Versetto 6).
14. Bonati M. Spendere con saggezza è fare meglio con meno. Ricerca & Pratica 2014; 30: 99-100.