Maternità

Maurizio Bonati

Dipartimento di Salute Pubblica
Istituto di Ricerche Farmacologiche
Mario Negri IRCCS, Milano

maurizio.bonati@marionegri.it


Supplica a mia madre

È difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Pier Paolo Pasolini


Numerose le iniziative programmate per celebrare il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Nelle opere di Pasolini la mamma è una figura sempre presente. Solo la madre conosce l’anima del figlio dal di dentro e conosce ciò che egli è sempre stato. Un inno all’amore e alla libertà. La condizione dell’essere madre è oggetto di riflessione in queste settimane per l’intrecciarsi di episodi che tutti ci riguardano. Il desiderio, l’attesa cosciente, voluta con atto di libera scelta, non affidata al caso, come è stato per Francesca e l’arrivo di Bianca, e l’inizio di un percorso di crescita genitoriale. La maternità così intesa rimanda alla necessità del superamento di stereotipi e la costruzione di archetipi che necessitano di acquisizioni di valori etici e culturali condivisi e la creazione di condizioni di equità sociale. Solo così si potrà ridurre quel 48% delle gravidanze ancora non intenzionali1.

Continua il trend decennale del calo delle nascite in Italia con meno di 400.000 nati nel 2021 e un saldo naturale (nati/morti) negativo che costringe al confronto con quello record del 19182. Per sostenere la natalità è necessario contrastare la condizione di svantaggio delle donne in Italia, in particolare delle madri, oltre che dei genitori tutti, creando le condizioni per la miglior espressione delle competenze, del talento e delle energie delle donne con iniziative efficaci, organiche, appropriate e mantenute nel tempo3.

Solo le donne possono generare e su questa specificità dovrebbero essere considerati e tutelati i diritti e i doveri delle donne. Diritti e doveri da garantire e che le giovani donne rivendicano nel segno della libertà. Quella libertà anche decisionale che rimanda ad una realtà che non è solo biologica. Come sta emergendo dall’attuale dibattito sull’aborto conseguente alla sentenza antidemocratica della Corte Suprema americana. La libertà di sottrarsi all’obbligo di una maternità biologica (magari subita anche con violenza o comunque non desiderata) all’insegna di uno stereotipo che prevede un destino segnato per le donne.

Un destino che non include alcun sostegno al bisogno o un accompagnamento ad una maternità (e genitorialità) fatta anche di emozioni e capacità di controllarle; che non contempla, se non come condanna, l’incapacità o la sensazione di inadeguatezza di essere madre. È la storia dei figlicidi (480 nel corso degli ultimi venti anni, da Cogne a Catania) generati dalla paura dei bambini, dalla maternità vissuta come un peso da gesti liberatori che precludono la libertà.

Tra i diversi volti della maternità quello della gestazione per altri, ovvero quello di garantire, a chi non può portare avanti una gravidanza (per esempio in donne con la sindrome di Rokitansky o in coppie omossessuali), il diritto di avere dei figli4. Una forma di maternità che la tragedia ucraina ha contribuito a svelare e che non è esplicitamente disciplinata dal diritto dell’UE e in mancanza di alcun riconoscimento della genitorialità tra gli Stati membri.

Affermare provocatoriamente che “le madri non sbagliano mai”5 e “non dormono mai”6 ci obbliga a riflettere in modo diverso. Se l’obiettivo principale della maternità è sì generare, ma guardando lontano, lo sguardo e l’attenzione vanno allora posti sul nato. Quindi sui diritti e i doveri di garantire ad ogni nato una crescita sana e felice e di diventare un cittadino responsabile.





BIBLIOGRAFIA

1. UNFPA (United Nations Fund for Population Activities). State of World Population 2022. Seeing the Unseen: The case for action in the neglected crisis of unintended pregnancy. 2022 https://www.unfpa.org/swp2022

2. Istat (Istituto Nazionale di Statistica). Dinamica demografica. Anno 2021. 14 marzo 2022. https://www.istat.it/it/files//2022/03/Dinamica-demografica_2021.pdf

3. Save the children. Le equilibriste. La maternità in Italia 2022. Roma, 2022. https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-in-italia-2022

4. Benelli E, Bonati M. Di che cosa parliamo quando parliamo di gestazione per altri. Scienza in rete, 3 maggio 2022. https://www.scienzainrete.it/articolo/di-che-cosa-parliamo-quando-parliamo-di-gestazione-altri/eva-benelli-maurizio-bonati/2022

5. Bollea G. Le madri non sbagliano mai. Milano: Feltrinelli, 1997.

6. Marone L. Le madri non dormono mai. Torino: Einaudi, 2022.