SPORTELLO VACCINALE


A cura di M. Giuseppina De Gaspari



1.
Miriam


Miriam è una bambina nata a Napoli, prematura, da parto complicato, con una diagnosi pesante: è affetta dalla sindrome del Cri-du-chat (microdelezione 5p15.2).

Disconosciuta alla nascita è stata dimessa dall’ospedale a 16 settimane di vita e ospitata presso una casa famiglia fino al momento dell’affido. Questa la bella notizia: Miriam è data in affido preadottivo.

Coraggiosamente la sua mamma adottiva si è fatta carico di questa piccolina, che a 9 mesi pesa poco più di 5 kg. Oltre alle note dismorfiche, ha una ipoplasia del corpo calloso, una valvulopatia mitralica e un ritardo psicomotorio.

È la prima volta che vedo nella realtà una sindrome solo studiata sui libri.

La mamma è informatissima sui vaccini e sa che per Miriam possono aiutare ancora di più. Mi chiede informazioni pratiche ed è un piacere avere a che fare con un genitore cosi preparato e positivo verso le vaccinazioni.

Porta la documentazione del tribunale per i consensi, finché non sarà ultimata la pratica di adozione.

Non riesco a non guardarla con un certo stupore: assumersi tutto questo carico, l’impegno a seguire i vari problemi, visite, fisioterapia, non è da tutti.

Eseguo le vaccinazioni e sono colpita da come la bimba pianga in modo flebile, sommesso, davvero così simile al pianto di un gatto.

Ho occasione di rivedere Miriam più volte.

Nell’arco di circa 8 mesi ci sono stati molti miglioramenti, incredibili, dal punto di vista psicomotorio/relazionale. L’amore fa!

Con il tempo e la maggiore confidenza la mamma mi racconta che l’amore riversato su Miriam è doppio, merito anche della sua compagna, la mamma numero 2, con cui era stato condiviso il desiderio di accogliere consapevolmente Miriam con tutto l’affetto e l’impegno possibile.

La mamma dichiara con un gran sorriso che loro 3 sono felici, e Miriam è una vera gioia.

Tutto il percorso vaccinale è stato completato, quando la bimba non era in perfetta salute è stato spostato l’appuntamento e non ci sono state insufficienze del CUP a porre ostacoli. Insomma una famiglia modello.



2.
Christian

Christian è un bambino di 11 mesi, affetto da malattia metabolica e severa cardiomiopatia ipertrofica. Con la sua curante e per desiderio della mamma, ci eravamo accordate al telefono che avremmo separato tutte le vaccinazioni e che sarebbe stato vaccinato sempre di lunedì, in modo che ci fosse la continuità con la sua pediatra, in caso di necessità.

Non è detto che fare una vaccinazione singola, invece che combinata, garantisca l’assenza di febbre, ma vista la motivazione della curante e della mamma penso sia stato opportuno accogliere questa richiesta.

Presso il nostro CV esistono ancora le cartelle cartacee in aggiunta alla scheda paziente su computer. Devo dire che ci è stato molto utile, in svariate occasioni, avere un doppio controllo. Comunque, vengono specificate sia nella cartella cartacea che in una nota su PC la richiesta della mamma e della curante e la motivazione.

Si presentano mamma e figlio un lunedì (come concordato) presso il CV.

In ambulatorio ci sono una giovane collega e una vecchia infermiera per la quale la cosa più importante è “finire l’ambulatorio il prima possibile”.

► Prego signora, Christian sta bene?

► Sì sta bene, ovviamente sempre sotto controllo.

Non viene richiesto nulla alla mamma, né come mai il bambino abbia un sondino nasale...

► Bene, allora oggi vacciniamo per esavalente e pneumococco.

► Veramente dovremmo fare 1 solo vaccino alla volta.

► Ma no signora, non c’è nessun motivo. Poi sa, meno viene qui meglio è per lei, il bimbo ogni volta piange e si traumatizza, così finiamo prima...

► Non so, non mi sento tranquilla (la mamma è straniera, forse non ha la capacità di esprimersi o insistere).

► Interviene la giovane collega: signora vedrà che non ci saranno problemi. Se serve dia il paracetamolo come già le è stato spiegato.

L’infermiera superveloce vaccina Christian e dà il successivo appuntamento per morbillo-parotite-rosolia-varicella e meningococco C.

Solo dopo aver effettuato la vaccinazione la collega si accorge di quanto riportato sulla scheda cartacea e su quella a computer. Ormai a cosa fatta chiedono un parere a me, che sto lavorando in un altro ambulatorio.

Prima arrabbiatura: avevo scritto ovunque la nota. L’infermiera dà la colpa al medico e la collega è mortificata.

Il giorno successivo arriva alla mia casella di posta elettronica una mail seccatissima della curante, in cui chiede i motivi dell’accaduto; dice che gli accordi non erano questi e ha ragione.

La mamma aveva chiesto un appuntamento al CUP che le aveva dato il primo posto disponibile, nonostante avessi detto alla mamma di chiedere sempre di me che ero a conoscenza dei fatti.

Le colleghe che hanno eseguito le vaccinazioni mi chiedono di risolvere la situazione.

La giovane collega è di passaggio e non lavorerà più da noi e l’infermiera dice che lei non c’entra. Mi arrabbio di nuovo. Chiamo la mamma. Christian per fortuna sta bene. Spiego l’accaduto e programmo il prossimo appuntamento con me, con vaccino singolo. Ripeto il mio nominativo in modo che sappia a chi rivolgersi. Chiamo la pediatra, ma nel frattempo è partita per le ferie. Le scrivo una mail di spiegazioni e di scuse.

Fretta e superficialità sono cattive compagne di lavoro, a maggior ragione in campo sanitario. E arrabbiarsi non fa bene neppure alla salute degli operatori.


Lo sportello vaccinale ha l’obiettivo di raccogliere segnalazioni e reclami dei cittadini sul funzionamento e il miglioramento dei servizi vaccinali. Simuliamo lo sportello di un Urp/Ufficio relazioni con il pubblico di una ipotetica Azienda Socio Sanitaria Territoriale, dove raccogliere le testimonianze inviateci dai lettori.

 Cittadino   Operatore del Servizio vaccinale