Scomparire




C’è una somiglianza tra la perdita di memoria e lo sbiadire del ricordo di qualcuno. Da un lato ci sono persone che perdono progressivamente la memoria finché non smettono di essere se stessi e il loro ambiente più vicino si trasforma in qualcosa di strano in cui non riconoscerebbero la propria famiglia o le proprie case.

Dall’altro c’è il fatto che la fotografia dà a tutti noi una seconda morte quando non c’è nessuno in vita che sia in grado di riconoscerci in quella fotografia.

Attraverso l’obiettivo, un’eredità rimane e non scompare più (per ora).

Ricordo ancora il sorriso di mia nonna, immortalato per sempre. Fino a quando un giorno io probabilmente inizierò anche a perdere la memoria e lentamente scomparirò finché non saranno rimaste solo le mie foto. E magari queste mie vecchie foto finiranno in un mercatino delle pulci dove qualche giovane fotografo le troverà e si chiederà chi mai sia quella signora in foto.






Alba Vilarrubla García, nata nel 1990 a La Seu d’Urgell, un villaggio dei Pirenei, fotografa e appassionata di arti plastiche e design. Se me lo chiedi non so dirti esattamente quando ho scattato la mia prima foto, ma sono sempre stata una che scattava molte foto durante i viaggi, fin da quando ero bambina a scuola per poi realizzare in seguito tonnellate di album. Mi sono interessata allo sviluppo analogico dopo aver trovato una di quelle macchine fotografiche che usavo da bambina, nella casa di famiglia, con ancora la pellicola caricata da 10 anni. Così iniziò la curiosità per il processo fotografico dietro allo scatto. Questi interesse e curiosità mi hanno portato a studiare fotografia a Lisbona, dove vivevo prima di tornare nella mia città natale. Utilizzo la fotografia come strumento per conoscere le persone che mi circondano e me stessa un po’ meglio e catturo i momenti che non voglio dimenticare.







Alba Vilarrubla Garcia

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