Zafferano


Non tira una bella aria. Semmai fosse servita una brutta notizia per peggiorare l’umore degli italiani, è arrivata a metà novembre. Niente mondiali di calcio in Russia per la nostra nazionale e non ci resterà che tifare Islanda. E alle brutte notizie reagiamo deprimendoci, non andando dal medico a chiedere un consiglio e trattenendoci dall’assumere psicofarmaci perché temiamo ci facciano male1.
Chi può cerca sollievo nel cibo. Chi può però, perché, come ci racconta l’ultima indagine del Censis sugli italiani a tavola, dal 2007 al 2015 la spesa alimentare è diminuita del 12,2%. Un fenomeno che riguarda 16,6 milioni di italiani. Durante la crisi il divario nella spesa per il cibo dei più ricchi e dei meno abbienti si è ampliato e se tra il 2007 e il 2015 la spesa alimentare delle famiglie italiane è diminuita del 12,2% in termini reali, nelle famiglie operaie è crollata del 19,4% e in quelle con a capo un disoccupato del 28,9%.
Nonostante tutto, stiamo giusto ragionando sulla spesa da fare per la sera quando ci pensa l’ennesimo comunicato stampa a colpire la nostra fantasia gastronomica: se si tratta di riacquistare il buonumore, leggiamo, la natura ci corre in aiuto. La novità è che studi usciti da poco hanno dimostrato che lo zafferano ci fa riacquistare il sorriso. “Secondo la letteratura scientifica alcuni dei suoi principi funzionali, quali la picrocrocina, il safranale, la crocina e la crocetina, possono partecipare attivamente alla regolazione del tono dell’umore pur non avendo gli effetti collaterali di un farmaco”.
Parole magiche che funzionano sempre: studi e letteratura scientifica. La comparative effectiveness research mette oggi a confronto citalopram e crocus per farci scoprire che i due “trattamenti” agiscono “senza differenze significative” (e se dipendesse dalla scarsa efficacia del citalopram più che dai prodigi del fiore? Meglio non dirlo). Mai più depressione e mai più senza risotto (allo zafferano, s’intende). Ma non solo: lo zafferano dà una bella mano anche nella inesausta battaglia contro la sindrome premestruale, le “disfunzioni sessuali” e l’infertilità. Ancora non lo riteniamo sufficiente? Utilissimo anche nei comportamenti alimentari eccessivi. E il cerchio si chiude.
Ldf
luca.defiore@pensiero.it


1. Munizza C, Argentero P, Coppo A, et al. Public beliefs and attitudes towards depression in Italy: a national survey. PloS one 2013;8(5):e63806.