Ricerca & Pratica


Nella primavera del 1984 quel signore col girocollo bianco mi era da tempo familiare. Non fosse stato per la sua riservatezza, avrei potuto definirlo “una persona di casa”. In un aprile di 14 anni prima, il pulcino regalato a Pasqua era salito su una sua spalla durante una riunione della redazione della Rivista degli ospedali che si svolgeva in casa della mia famiglia: “Ora sappiamo che anche qui c’è uno stabulario”, aveva commentato senza battere ciglio. Tempo dopo, durante il mio primo anno di lavoro al Pensiero era uscito il Prontuario terapeutico per la medicina generale curato dall’Istituto Mario Negri e cinque anni dopo il libro più diffuso nella storia della casa editrice: Bambini e farmaci, preparato da Alfredo Pisacane, Gianni Tognoni e Maria Grazia Franzosi, frutto di uno studio sui figli dell’azienda telefonica italiana coordinato dai ricercatori del Negri. Che dopo pochi mesi avevano curato anche una guida ai Farmaci in gravidanza: sull’onda del successo del libro precedente, l’intera prima tiratura era stata venduta telefonando a una manciata di librerie.
Era del tutto naturale, dunque, che in quella primavera del 1984 il signore col dolcevita bianco, Silvio Garattini, volesse concretamente mettere mano a uno strumento di comunicazione più sistematico che sottolineasse la prossimità dell’istituto da lui diretto con la realtà delle cure primarie. Conoscendolo, per lui non era un problema neanche doverne parlare con un venticinquenne combattuto tra l’emozione di partecipare alla costruzione di un nuovo progetto e quella di andare il giorno dopo allo stadio di Bergamo a vedere la Roma insieme al figlio del Professore.
Sì, perché Ricerca & Pratica è nata proprio nella città natale di Garattini. Sia nei suoi aspetti editoriali sia in quelli tipografici, ha preso forma in un lungo pomeriggio al Conventino, la prima sede di Bergamo dei laboratori di ricerca dell’Istituto Mario Negri. La raccomandazione era di realizzare una rivista sobria, quasi austera, priva di quegli eccessi di colore che caratterizzavano le riviste scientifiche che arrivavano gratuitamente ai medici italiani. Camminando in quegli spazi settecenteschi, dalla sensazione sulle mani di un muro ancora grezzo scaturì il solo lusso che la rivista si concesse nei suoi primi anni: una copertina in cartoncino di un bellissimo grigio al quale la goffratura aggiungeva una sintesi di eleganza e concretezza.
Non si possono comprendere fino in fondo il senso e la portata del progetto di Ricerca & Pratica se non si contestualizzano al periodo in cui la rivista iniziò a uscire. La stagione durante la quale “il problema dei farmaci” divenne più grave e più noto, fino alla scoperta dello scandalo dei 39 miliardi di lire sequestrati a un dirigente del Ministero della Sanità arricchito con le tangenti di industrie farmaceutiche. Una delle quali, in risposta a un articolo uscito sulla rivista del Negri, aveva disposto l’annullamento di ogni rapporto con la casa editrice. Era la maggiore industria farmaceutica italiana: oggi non esiste più.
Esiste invece – e ne celebriamo le oltre 12 mila pagine pubblicate – Ricerca & Pratica. Per una volta diciamo sul serio: mai più senza di lei, perché “è l’esempio di come la ricerca al Mario Negri non sia un’attività chiusa ma aperta e comprenda la necessità della disseminazione”1. Mai più senza un progetto che dimostra l’utilità di usare la lingua italiana per discutere di salute, medicina, sanità. Mai più senza una rivista che prova che gli indici bibliometrici classici (impact factor, H-Index e via impattando) fanno comodo a chi scrive e disorientano chi legge. Mai più senza una rivista vicina alla International society of drug bulletins ma che guarda al farmaco come a una delle componenti – e forse neanche la più importante – della cura. Mai più senza pagine che accettano di gettare sulla sanità anche uno sguardo disincantato: dove la trovi un’altra rivista con dentro un Mai più senza?
Ldf
luca.defiore@pensiero.it

1. Light D, Maturo AF. Good pharma. The public-health model of the Mario Negri Institute. New York: Palgrave Macmillan, 2015.